Nel Settecento Rimini è la culla di insigni scienziati, eruditi e letterati quali Giovanni Bianchi Jjano Planco)e Aurelio Bertola, ritratti rispettivamente da Ligorio Donati e Pietro Santi. Di minor spicco la produzione pittorica, qui rappresentata dalle opere di Giovan Battista Costa e Giuseppe Soleri Brancaleoni.
Suggestiva l'interpretazione del Ponte di Tiberio resa da Richard Wilson alla fine del secolo.
Se la produzione artistica locale non raggiunge alti livelli, notevole è la qualità delle opere realizzate da pittori forestieri: al bolognese Vittorio Maria Bigari si devono gli affreschi del soffitto di Sant'Agostino, tuttora conservati nella chiesa, e quelli dalla volta del presbiterio con Angeli che cantano e suonano, staccati a seguito del terremoto del 1916 ed esposti al Museo.