Al pari dei ritratti gli stemmi rispecchiano la volontà dell'aristocrazia di ben figurare: posti su palazzi, cappelle e tombe gli stemmi connotavano il volto della città fino alla fine del Settecento documentando le famiglie e gli ordini religiosi più importanti. Nella Galleria ci si imbatte nello stemma della famiglia Serafini (XVII sec.), di monsignor Cipriano Pavoni (vescovo di Rimini dal 1619 al 1627), della famiglia Paci (XVII serc.), del cardinale Michelangelo Tonti (XVII sec.), del pontefice Giulio III (XVI sec.).
Una piccola sala raccoglie stampe, vedute e piante che restituiscono il volto della città dal XVII al XIX secolo, volto che mutò alla metà dell'Ottocento con la nascita dell'industria dei bagni.