Dopo i segnali della crisi comune dal III secolo a molte città della Cispadana, tra V e VI secolo Ariminum assume grande importanza. Ne è indizio la proliferazione di residenze di alto livello (palatia), con ambienti di rappresentanza e ricchi arredi, probabilmente appartenute a personaggi legati alla corte di Ravenna, se non a funzionari statali.
I palatia si inseriscono in un tessuto urbano assai modificato rispetto a quello della prima età imperiale. Benché gli spazi pubblici siano in genere mantenuti, isole di eccellenza si alternano ad aree modeste se non degradate. Situazione che riflette una società dalle marcate divisioni, con potenti, sempre più ricchi, contrapposti a humiliores, come emerge dalle fonti scritte.
I complessi ecclesiastici diventano nuovi poli di aggregazione. Il primo complesso episcopale è quello dedicato allo Spirito Santo e a S. Colomba, ubicato, forse fin dal V secolo, nel settore nord-occidentale della città, in relazione con la probabile apertura di un secondo foro. Il suburbio accoglie un grande complesso funerario lungo la via Flaminia (S. Gaudenzio) e una rete di chiese minori sempre con funzioni sepolcrali.