Prima della fondazione della colonia romana di Ariminum, avvenuta nel 268, Rimini ha rivelato i segni della presenza dell’homo erectus tra un milione e 800.000 anni fa sul colle di Covignano, allora lambito dal mare che sommergeva il piano su cui sarebbe nata la città. Le selci scheggiate riconducono all’industria litica di popolazioni dedite alla caccia e alla raccolta, che trova confronti con famosi e coevi giacimenti preistorici italiani, come quello di Cà Belvedere di Monte Poggiolo nel forlivese.
Proseguendo il viaggio in una storia senza soluzione di continuità, si incontrano “preziose” eredità: le selci scheggiate e levigate del neo-eneolitico, databili intorno ai 200.000 anni fa, le testimonianze delle prime forme di sedentarietà circa 10.000 anni fa, e le prime forme ceramiche all’interno della nuova economia agro-pastorale; i ripostigli dell'età del bronzo, depositi di oggetti occultati da commercianti-fonditori del XII-Xi sec; i corredi dalle necropoli villanoviane degli abitati cresciuti sotto l'influenza di Verucchio; i prodotti delle genti (Etruschi, Umbri, Greci, Celti…) che tra VI e IV secolo a.C. hanno frequentato la valle e la foce del Marecchia.
Fra le testimonianze più significative del variegato panorama culturale che caratterizza “Rimini prima di Rimini” è la stipe di villa Ruffi, un deposito votivo rinvenuto nel 1890 sul colle di Covignano – l’acropoli di Ariminum - e quindi disperso nel mercato antiquario. Contaminazioni culturali ed etniche trapelano anche dagli scavi effettuati nell’area dell’ex Seminario, alle prime pendici del colle, e in particolare dalla singolare tomba di guerriero.
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