Delfino Dinz Rialto fu un caso emblematico di mercante, collezionista e romantico esploratore di “mondi primitivi”, soprattutto africani.
Nato a Padova nel 1920, dopo aver compiuto studi afro-orientali e diplomatico-consolari, laureatosi a Napoli e a Firenze, nel 1948 Rialto si trasferì prima in Sud Africa e poi nell’allora Rodesia (ora Zimbabwe) stabilendosi a Salisbury (attuale Harare).
Affascinato da ciò che restava di un mondo ormai avviato a profondi cambiamenti, per circa dieci anni Rialto compì viaggi in tutto il continente africano alla ricerca di oggetti di “arte primitiva”. Nell’Italia di quegli anni, che nutriva indifferenza e relegava le manifestazioni africane a livello di “curiosità esotiche”, fu certamente un pioniere. Quel clima provinciale e l’inadeguatezza degli strumenti culturali a disposizione di chi proveniva da un paese che non aveva vissuto l’avventura del “primitivismo” novecentesco, non giovò tuttavia alla qualità della raccolta.
Modesto e schivo, ma animato da un inesauribile desiderio di conoscere, anche a prezzo di grandi sacrifici personali, Rialto continuò la sua personalissima ricerca arricchendola con viaggi in Nord e Sud America, in Nuova Guinea, in Melanesia e in Polinesia.
Fu probabilmente la visita al “Museum of Primitive Art” di New York, inaugurato nel 1957, che lo spinse a concepire il sogno di realizzare un suo museo.
Il progetto di Rialto si realizzò nel 1972 con l’inaugurazione a Rimini del “Museo delle Arti Primitive”, in seguito denominato “Museo delle Culture Extraeuropee”.
Durante i suoi viaggi africani, Rialto non raccolse solo oggetti di “collezionismo d’arte”, ma anche oggetti “etnografici” che il Comune di Rimini acquisì dagli eredi dopo la sua prematura scomparsa a Rio de Janeiro nel 1979.
Della raccolta africana di Dinz Rialto, questo rinnovato allestimento propone quindi una limitata citazione del “collezionista d’arte” che egli forse avrebbe voluto essere e, in maggior misura, del “collezionista di etnografia” che in realtà fu.
Lo sguardo di Delfino dinz Rialto
video realizzato dallo stesso Dinz Rialto, espressione quindi del suo sguardo, rielaborato da un video artista (Mauro Santini)