Il rapporto con il mondo marino e le attività ad esso connesse, rappresenta una realtà di vitale importanza, che emerge lungo l’intero percorso espositivo: fondamentale nel processo insediativo, è un elemento di continuità nella storia di Ariminum, città d’acque abbracciata dai corsi dell’Ariminus (Marecchia) e dell’Aprusa (Ausa), attraversata dalla fossa Patara e affacciata al mare Adriatico con i suoi traffici. Al porto, che si apriva alla foce dei fiumi, fanno capo le rotte commerciali sulla cui scia giungono prodotti dall’Oriente e dell’Africa: con ceramiche da mensa e da cucina, vetri, anfore, arredi di pregio insieme a spezie, vini prelibati, olio e cereali, tessuti...
Emblematica immagine del porto con la sua attività è la fascia del mosaico dal vano A di palazzo Diotallevi, il cosiddetto mosaico delle barche, che rappresenta una scena di approdo di un convoglio mercantile. Significativa la raffigurazione puntuale dei pesci che popolavano l’Adriatico; i pesci, associati a molluschi e crostacei, ritornano nel mosaico dallo scavo di via Cairoli.
Anche l'anfiteatro fu costruito in quella posizione strategica, ai confini col mare, affinché fosse ben visibile per coloro che approdavano al porto di Ariminum, come emblema della ricchezza e della potenza della città, nonché come simbolo d'accoglienza ed offerta di intrattenimento con i ludi che vi si svolgevano.