Si apre una nuova, entusiasmante stagione di grandi restauri, un viaggio alla riscoperta e alla valorizzazione di capolavori che raccontano la storia e l’identità di un territorio. Tra le opere più emblematiche del patrimonio artistico riminese spicca il maestoso Giudizio Universale di Giovanni da Rimini, un capolavoro del Trecento che incarna la raffinatezza del linguaggio gotico e l’influenza della scuola giottesca, unendo rigore compositivo e intensa espressività. Originariamente collocato nella Chiesa di Sant’Agostino, l’affresco fu strappato e montato su tela nei primi decenni del Novecento per motivi conservativi. Oggi, dopo un lungo percorso espositivo nei Palazzi dell’Arte, il dipinto è tornato stabilmente al Museo della Città, cuore del riallestimento dell’intero complesso museale di via Tonini.
Ora si apre un nuovo capitolo della sua storia: la Giunta comunale ha ufficialmente approvato l’accordo con la Diocesi di Rimini per avviare il percorso di restauro e valorizzazione del timpano del Giudizio Universale, un’operazione che unirà tutela, ricerca e divulgazione, trasformando un intervento tecnico in un’occasione di condivisione e partecipazione pubblica.
Un capolavoro della scuola riminese del Trecento
Il Giudizio Universale di Giovanni da Rimini rappresenta una delle testimonianze più straordinarie della pittura medievale dell’Italia settentrionale. Questo affresco, realizzato con minuziosa attenzione ai dettagli, mostra un’organizzazione spaziale armoniosa, dove la solennità delle figure si unisce alla drammaticità della narrazione. Il pittore attinge alla tradizione bizantina per la costruzione ieratica dei personaggi, ma introduce elementi di sensibilità narrativa propri della scuola giottesca. L’uso raffinato del colore, la ricerca della tridimensionalità attraverso delicate sfumature cromatiche e la vivida espressività dei volti contribuiscono a rendere l’opera un autentico gioiello della Rimini trecentesca.
L’apertura della nuova ala nord-ovest del Museo della Città, che ha visto la ricollocazione dell’opera, ha permesso di condurre osservazioni ravvicinate, rendendo evidente la necessità di un intervento conservativo. Il naturale invecchiamento dei materiali, in particolare nei supporti e nei sistemi di montaggio realizzati dallo specialista Giovanni Nave tra il 1916 e il 1926, ha reso urgente una riflessione sullo stato di salute dell’opera. A ciò si aggiunge l’inevitabile alterazione delle integrazioni pittoriche effettuate in passato, che necessitano di un attento recupero per restituire al dipinto la sua originaria armonia cromatica.
Un restauro come esperienza di conoscenza
Condividendo questa urgenza, l’Amministrazione comunale e la Diocesi hanno scelto di avviare un percorso di restauro che non si limiterà a un intervento tecnico, ma sarà anche un’occasione di coinvolgimento e divulgazione per il pubblico. In stretta collaborazione con la Soprintendenza, saranno studiate modalità innovative per raccontare e documentare le fasi del recupero, attraverso iniziative didattiche, eventi di approfondimento e percorsi esperienziali che permetteranno alla comunità di seguire da vicino il processo di rinascita dell’opera.
L’approvazione dell’accordo da parte della Giunta rappresenta il primo passo di questo ambizioso progetto. Il protocollo d’intesa impegna Comune e Diocesi a definire una strategia operativa per la scelta del progetto di restauro, a partire da un’accurata analisi dello stato di conservazione dell’opera e delle sue necessità. Saranno individuati laboratori altamente specializzati, con criteri di eccellenza scientifica e sostenibilità, il cui operato sarà supervisionato dalla Soprintendenza. Parallelamente, verranno attivate campagne di fundraising per garantire la copertura finanziaria del restauro e delle attività di valorizzazione. Una volta selezionato il progetto, Comune e Diocesi sigleranno un ulteriore accordo che ne disciplinerà l’attuazione, il piano economico e il cantiere di restauro.
“Quella che ci apprestiamo a realizzare – sottolinea l’assessore alla Cultura Michele Lari – non sarà solo un’importante operazione di restauro, ma un vero e proprio evento culturale. Attraverso il recupero del Giudizio Universale, vogliamo offrire alla città un’occasione unica per riscoprire uno dei suoi tesori più preziosi, valorizzandolo dal punto di vista storico, artistico e religioso. Il nostro obiettivo è rendere la comunità protagonista di questo percorso, vivendo insieme l’esperienza di una grande rinascita.”
Una stagione di rinascita per il patrimonio artistico
Il restauro del Giudizio Universale sarà solo il primo tassello di una stagione dedicata alla valorizzazione del patrimonio artistico riminese. Già a fine marzo, infatti, prenderà il via il percorso di studio e recupero della Pietà di Giovanni Bellini, altro capolavoro custodito in città. La prima fase, autorizzata dalla Soprintendenza, prevede indagini diagnostiche preliminari, fondamentali per la definizione di un progetto di restauro che garantisca la salvaguardia dell’opera.
Questa nuova stagione di restauri segna dunque un momento fondamentale per la riscoperta dei tesori d’arte di Rimini, patrimonio collettivo da tutelare e valorizzare. Un percorso di memoria e di futuro, nel segno della bellezza e della conoscenza.