L’importanza e il livello raggiunto dalla metallurgia nella tarda età del Bronzo hanno riscontro nell’intensificarsi del fenomeno dei ripostigli, depositi di metalli intenzionalmente occultati per essere poi rifusi. Un fenomeno europeo che, nel nostro territorio, ha due eccellenze: il ripostiglio di Camerano di Poggio Berni e il ripostiglio di Casalecchio di Verucchio. Località collinari alle spalle di Rimini che, già intorno al X sec. a.C., si collocavano all’interno di rotte commerciali aperte verso il nord, l’ambiente egeo e il versante tirrenico.
Compongono i due ripostigli diverse tipologie di materiali: armi, attrezzi da lavoro, oggetti d’ornamento, lingotti, scorie e pani di bronzo. Al nucleo di Casalecchio appartiene la matrice bivalve per asce decorata sulla superficie esterna; insieme a essa uno strigile, uno scalpello, pani e lingotti in bronzo da fondere, asce con le alette per l’innesto del manico, punte di lancia e di giavellotto con immanicatura a cannone, un martello, falcetti, una grande fibula ad arco e un’armilla (bracciale) con ornamento a rilievo. Fra gli oggetti rinvenuti
a Poggio Berni si segnalano, oltre a punte di lancia e giavellotto, spade e coltelli, asce ad alette, numerose fibule con arco a nodi, uno spillone e un’armilla anch’essi decorati a incisione, sgorbie, scalpelli, falcetti, lamine, pani e lingotti. Si tratta quindi di composizioni eterogenee legate al valore del metallo e alla possibilità di rifusione da parte di artigiani che, nei loro itinerari, veicolavano conquiste tecnologiche, contatti economici e culturali. Itinerari in cui si inseriva il territorio riminese che, favorito dalla posizione lungo la via di collegamento fra le valli del Marecchia e del Tevere, era destinato a veder nascere, di lì a poco, la villanoviana Verucchio.