Il Chirurgo

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Lo strumentario rinvenuto nell'abitazione di piazza Ferrari non lascia dubbi sulla professione del personaggio che vi abitava verso la metà del III secolo: un medico di grande esperienza ed abilità che, come spesso avveniva, doveva essersi formato in ambienti culturali ellenici ed essere giunto in Italia, e più precisamente ad Ariminum , dall'Oriente.

L'origine levantina del personaggio, suggerita anche dall'adesione agli ideali epicurei, è chiaramente comprovata sia dalle scritte in greco che egli incise su due vasetti per la conservazione di erbe medicinali rinvenuti nella taberna medica, sia dal suo stesso nome, con ogni probabilità Eutyches , quale fu graffito sul muro da un paziente ospitato nel letto del cubiculum .

La particolarità dell'attrezzatura chirurgica recuperata nella domus, priva di strumenti ginecologici, in larga parte destinata ad interventi su traumi ossei e dotata di un rarissimo ferro utilizzato unicamente per estrarre le punte di freccia dalle carni, sembra indicare un'esperienza professionale maturata nell'esercito, forse in uno di queivaletudinariamilitari dislocati lungo i confini dell'impero che rappresentavano le sole strutture sanitarie del mondo romano assimilabili ai moderni ospedali.

A possibili trascorsi nell'esercito riconduce anche la mano votiva bronzea recuperata nella taberna medica, segno di devozione verso Giove Dolicheno, divinità appunto venerata soprattutto tra i soldati. In proposito vale la pena di ricordare anche il cippo votivo scoperto in passato presso il foro, dove si ergeva un sacello allo stesso Dolicheno. La lapide, coeva alla domusdel Chirurgo, ricorda infatti come dedicante un T. Flavius Galata Eutyches, personaggio di origine orientale che potrebbe corrispondere proprio al medicus di piazza Ferrari.
 

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